Tre domande a… Elif Boyacioglu, regista di The Teacup

The Teacup IFF2016

 
C’era una volta un uomo che aveva paura di uscire: è l’incipit di The Teacup, il cortometraggio animato di Elif Boyacioglu che vedremo in concorso all’edizione 2016 di Irish Film Festa.

The Teacup è stato realizzato in animazione 2D dagli studenti della Irish School of Animation del Ballyfermot College of Further Education.

Ecco la nostra breve intervista a Elif.

 

Puoi dirci qualcosa riguardo alla tecnica d’animazione?

L’animazione preliminare è stata realizzata con carta e matita, poi elaborata al computer con un plug-in di Adobe Photoshop sviluppato da Stephane Baril che si chiama Anim_Dessin, realizzando le animazioni di raccordo e colorando i fotogrammi. Gli effetti visivi (ad esempio i piccoli bagliori che vediamo in alcune scene) sono stati fatti al computer in 2D, sempre con Anim_Dessin.

 

Perché le tazze e i servizi da tè sono così importanti nel definire le relazioni tra i personaggi?

Ho sempre avuto intenzione di suggerire un legame molto stretto tra l’uomo e la sua tazza da tè, che prima appartiene a sua nonna e poi a lui. La tazza in un certo senso simboleggia lui stesso, così quando la tazza inizia ad essere colpita e influenzata da ciò che accade, comprendiamo che è così anche per l’uomo. Per quanto riguarda il servizio da tè della donna, ovvero l’unica ragione che lo spinge ad aprire la porta, volevamo che fosse il più possibile diverso dal suo, quindi robusto e spigoloso.

 

Senza fare spoiler, ci piacerebbe sapere qualcosa di più sul finale: sorprendente, ironico, e molto importante per definire il significato della storia.

La conclusione della storia è stata la prima cosa che ho scritto. Sapevamo che la fine del film sarebbe stata percepita in modi differenti dalle varie persone che lo avrebbero visto; qualcuno potrebbe ritenerlo un finale crudele, altri potrebbero trovarlo divertente, oppure positivo. Per me è sempre stato divertente, in un certo senso, per questo abbiamo tentato di dare al corto un tono da commedia. In definitiva, la vedo come una conclusione positivo, soprattutto pensando a ciò che accade alla tazza.