IFFbooks: Cielo rosso al mattino di Paul Lynch | Recensione

Un autore che avrà sicuramente molto da dire sull’Irlanda è Paul Lynch. Ospite all’11a edizione di IRISH FILM FESTA, a marzo del 2018, anche in qualità di esperto di cinema (ha diretto la sezione di critica cinematografica del Sunday Tribune e scritto per diverse testate importanti, come il Sunday Times) ha presentato al pubblico del festival il suo romanzo Cielo rosso al mattino. Questo romanzo ha rappresentato per Paul Lynch un esordio folgorante: pubblicato nel 2013 in Irlanda e in Gran Bretagna dopo una lunga contesa all’asta tra ben sei case editrici, in breve tempo viene insignito di moltissimi premi letterari.

Cielo rosso al mattino narra la storia di un giovane contadino irlandese, Coll Coyle, sfrattato senza una ragione dall’ultimo discendente degli Hamilton, proprietari terrieri per i quali i Coyle da generazioni hanno lavorato in condizioni di sfruttamento. Siamo nel Donegal del 1832, non ancora all’inizio della Grande Carestia, ma in tempi seriamente difficili in Irlanda, soprattutto per i contadini senza terra.

Call non è disposto a subire questa ennesima ingiustizia, che tra l’altro manderebbe in rovina la sua famiglia. Chiede pertanto di parlare con Hamilton, ma nell’incontro tra i due avviene una colluttazione, durante la quale Hamilton accidentalmente muore e questo costringe Coyle alla fuga, perché gli sgherri del latifondista, guidati dal feroce John Faller, si mettono subito sulle sue tracce.

Inizia così una caccia all’uomo che trasforma il romanzo in un western a tutti gli effetti: con lo stilema dell’inseguimento tra i protagonisti antitetici e speculari, con i ritmi serrati, con il susseguirsi incessante di agguati e fughe e con l’apparire di personaggi di genere come quello riuscitissimo di John Faller, ‘lo spietato’, sempre a un passo da Coyle, sempre pronto a manifestarsi nell’esatto istante in cui si immagina gli sia sfuggito.

L’appassionante inseguimento, che ha inizio nel nord-ovest dell’Irlanda, arriva fino in America, con tanto di apocalittica traversata oceanica, degna del miglior Joseph O’Connor.
Qui Coyle si rifugia, trovando lavoro nella costruzione della nuova linea ferroviaria vicino Philadelphia, in un cantiere di soli irlandesi, al Miglio 159, che diventerà tristemente noto per la vicenda del Duffy’s Cut. Storia vera, a cui Paul Lynch dà voce.

Nel cantiere del Miglio 159, peggio che altrove, le condizioni sono disumane: fatica insostenibile, cibo scarso, igiene assente: scoppia il colera e fa strage di operai.
Coyle decide di scappare anche da quell’inferno e John Faller, nel medesimo istante, lo trova.
Ma questa volta nessun inseguimento sarà necessario perché un evento imprevisto stravolge ogni ipotesi di finale che – lo si può rivelare – non sarà lieto.

L'incontro con Paul Lynch all'IRISH FILM FESTA (marzo 2018)
L’incontro con Paul Lynch all’IRISH FILM FESTA (marzo 2018, VIDEO)

Lynch coraggiosamente non cede alla tentazione dell’happy end e fino alla fine mantiene il suo romanzo credibile e rispettoso della vicenda storica, profondamente toccante, come d’altronde anche quella del protagonista, che si svolge sullo sfondo di una natura maestosa ma indifferente all’uomo, a lui quasi ostile… nel Donegal, solo freddo e piogge incessanti; nella traversata per l’America, un oceano spaventoso; in Pennsylvania un deserto infuocato.

Eppure a questa natura ‘matrigna’, Paul Lynch non fa mancare mai il suo tributo, anche nei passaggi più dolenti della storia. Una scelta sicuramente funzionale all’autore per imbastire uno stile narrativo d’impatto, per le forti dissonanze che vengono inevitabilmente a crearsi tra un linguaggio lirico (e molto ricercato) delle descrizioni paesaggistiche e un linguaggio crudo ed essenziale utilizzato per narrazione degli eventi.

Cielo rosso al mattino è stato definito un libro che sonda gli abissi della degenerazione umana: la vita all’epoca delle vicende descritte nel romanzo presentava difficoltà tali da render impensabile ogni solidarietà fra gli uomini, spinti dall’ancestrale lotta per la sopravvivenza verso una sorta di ferocia primordiale, così ben descritta da Lynch. Questo aspetto del libro è stato ampiamente sottolineato dalla critica, che però ha tralasciato di cogliere il forte messaggio di speranza che pure il romanzo contiene.

In Cielo rosso al mattino gli spiragli di luce trapelano chiaramente da tutti quei personaggi molto positivi come Coll Coyle e suo padre, come il generoso The Cutter e alcuni altri ‘Giusti’ capaci di mantenere – nonostante le circostanze – un’elevata statura morale.
Tutti gli altri, il silenzioso esercito dei diseredati, tra le cui file moltitudini di irlandesi, anche se assediati dalla povertà, stremati e sporchi, riescono quasi sempre a risollevarsi e a ritrovare quell’energia vitale necessaria a salvare la propria esistenza.

Questo il miracolo di un popolo, quello irlandese, che ha fatto della resilienza il suo vessillo ed ha trovato tra i suoi figli molti scrittori, attori, registi e poeti capaci di sublimarlo al punto di renderne epica la tragedia.

«… Contadini rozzi che conducono maiali. In terra straniera. Ma attraverso le loro facce brunite risplendono volti luminosi»
(da Exile di G. W. Russell, scrittore e poeta nazionalista irlandese)

— Simona Pellis

66thand2nd
Paul Lynch
Cielo Rosso al mattino

pp. 240 – euro 8,99

Amato dal pubblico e apprezzato dalla critica, Paul Lynch è autore di quattro romanzi di successo.
In Italia viene scoperto nel 2017 grazie alla pubblicazione del suo primo libro, Cielo rosso al mattino (titolo originale Red Sky in Morning, traduzione di R. Michelucci), edito da 66thand2nd.