“What Richard Did” di Lenny Abrahamson sul settimanale FilmTV

What Richard Did di Lenny Abrahamson

Questa settimana la rubrica Scanners – Caccia all’inedito della rivista FilmTv è dedicata a What Richard Did di Lenny Abrahamson: il film, scrive Mauro Gervasini, «conferma la bravura di un regista e la vivacità del cinema irlandese, che senza avere mezzi esagerati e nel bel mezzo di una crisi economica devastante, riesce comunque a essere prolifico e intrigante».

What Richard Did ha vinto in patria cinque premi IFTA – Irish Film & Television Academy (miglior film, regia, attore protagonista Jack Reynor, sceneggiatura e montaggio), è stato presentato fuori concorso al Torino Film Festival 2012 ed è l’unico film irlandese preselezionato per gli European Film Awards di quest’anno.

Irish Film Festa lo ha proposto a marzo in occasione dello speciale San Patrizio mentre Adam & PaulGarage, sempre di Abrahamson, erano rispettivamente nel programma del 2007 e in quello del 2008.

FilmTv n. 43 è in edicola da oggi. Qui una scansione dell’articolo.

Premio Letterature dal Fronte, “H3” di Les Blair proiettato a Cassino

Susanna Pellis (direttore Irish Film Festa), Laurence McKeown e Silvia Calamati
Susanna Pellis (direttore Irish Film Festa), Laurence McKeown e Silvia Calamati

Il diario di Bobby Sands. Storia di un ragazzo irlandese di Silvia Calamati, Laurence McKeown e Denis O’Hearn, edito da Castelvecchi,  ha vinto il Premio internazionale Città di Cassino 2013 assegnato venerdì 19 ottobre dall’associazione Letterature dal fronte.

Il premio, andato negli anni scorsi a Mario Rigoni Stern e al premio Nobel Imre Kertèsz, nasce con l’obiettivo «di raccogliere, esaminare, valutare e premiare uno o più autori che raccontino storie, avvenimenti e testimonianze nate sui fronti di guerra».

Il libro di Calamati, McKeown e Denis O’Hearn approfondisce la storia di Bobby Sands, il prigioniero repubblicano irlandese che morì nel 1981 a 27 anni nel carcere di Long Kesh in seguito a uno sciopero della fame.

In occasione della consegna del premio, a Cassino è stato proiettato in collaborazione con Irish Film Festa, che del film ha curato anche i sottotitoli, H3 di Les Blair (2001). Alla sceneggiatura di H3 aveva partecipato proprio McKeown, ex-detenuto coinvolto in prima persona negli hunger strikes.

La vicenda di Sands è stata portata al cinema più di recente anche da Steve McQueen con Hunger (2008), in cui il protagonista era interpretato da Michael Fassbender.

Info letteraturedalfrontecassino.it

“Barbaric Genius”, il documentario di Paul Duane sulla vita di John Healy in DVD e VoD

barbaric-genius

Barbaric Genius è un documentario diretto da Paul Duane (The Making of Rocky Road to Dublin, Natan: The Untold Story of French Cinema’s Forgotten Genius) sulla vita di John Healy, celebre scrittore e campione di scacchi di origine irlandese.

Il film è stato accolto dalla stampa con ottime recensioni, ha ricevuto una nomination ai Grierson Awards (il premio irlandese per i documentari) e ora la neonata Wildcard Distribution lo rende acquistabile da ogni parte del mondo non solo in DVD ma anche – si tratta della prima volta per un film prodotto in Irlanda –  in VoD (video on demand) attraverso il sito ufficiale.

Sinossi:

Figlio di irlandesi immigrati a Londra, John Healy visse quindici anni per strada, diventando un alcolista e commettendo crimini per sopravvivere. Finì in prigione e lì un compagno di cella gli insegnò a giocare a scacchi: per lui, una volta abbandonato l’alcol, quel gioco fu una nuova forma di dipendenza. Healy divenne uno scacchista bravissimo, persino in grado di sfidare e sconfiggere più di un avversario contemporaneamente.

Scrisse un libro di memorie, The Grass Arena, che diventò ben presto un best seller e per qualche tempo  fu coccolato dai media britannici. Poi improvvisamente scomparve e si diceva che avesse minacciato i suoi editori, che fosse ormai malato mentalmente, uno psicopatico. 
Barbaric Genius incontra John Healy nel momento in cui sta per tornare sulla scena letteraria dopo vent’anni di assenza, sostenuto con entusiasmo da Irvine Welsh e Daniel Day-Lewis. Sarà in grado di sopportare nuovamente il peso del successo e quello di un passato violento che continua a tornare a galla?

Il documentario è stato prodotto da Paul Duane e Mary Carson per la Screenworks, con il sostegno dell’Irish Film Board e di RTÉ.

 

Il cinema irlandese a Busan, Pordenone e New York

Garage  Rogues, Rebels and Romantics: A Season of Irish Cinema è il nome del focus che il 18esimo Busan International Film Festival (dal 3 al 12 ottobre) dedica al cinema irlandese.

Ospiti d’onore, i registi John Butler, Lance Daly, Neil Jordan, Brendan Muldowney e Jim Sheridan che, come riporta Variety, hanno preso parte a un incontro per discutere i futuri sviluppi dell’industria cinematografica irlandese  e le possibilità di distribuzione sul mercato coreano, asiatico e internazionale.

Il programma proposto a Busan, a cura dell’Irish Film Institute e dell’Irish Film Board, comprende undici titoli: Garage di Lenny Abrahamson (2007), Love Eternal di Brendan Muldowney (2013), Life’s a Breeze di Lance Daly (2013), The Stag di John Butler (2013), Leo the Last di John Boorman (1970), The Crying Game di Neil Jordan (1992), In the Name of the Father di Jim Sheridan (1993), Michael Collins di Neil Jordan (1996), The General di John Boorman (1998), In America di Jim Sheridan (2002) e Once di John Carney (2006).

Fonte: Irish Film Institute

 

Due film irlandesi anche alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone (dal 5 al 12 ottobre): si tratta del corto animato The Girl with the Mechanical Maiden di Andrew Legge (menzione speciale Irish Film Festa nel 2012) e Natan: The Untold Story of French Cinema’s Forgotten Genius di David Cairns e Paul Duane, un documentario sulla storia dimenticata del produttore e regista franco-rumeno Bernard Natan.

Fonte: Cineteca del Friuli

 

Si è infine appena conclusa la rassegna dell’Irish Film New York (dal 4 al 6 ottobre al Cantor Film Center) di cui avevamo parlato qualche giorno fa e dove sono stati proiettati Run & Jump di Steph Green (2013), Made in Belfast di Paul Kennedy (2013), King of Travellers di Mark O’Connor (2012), When Ali Came to Ireland di Ross Whitaker (2012), The Hardy Bucks Movie di Mike Cockayne (2013) e Silence di Pat Collins (2012), premiato come miglior film.

Fonte: Irish Film NY

Il nuovo cinema irlandese su Indiewire

The-Runway«Perché bisogna iniziare a occuparsi del cinema irlandese»: ieri sul sito americano Indiewire il critico Ronan Doyle prendeva spunto dall’imminente Irish Film New York (dal 4 al 6 ottobre al Cantor Film Center) per indicare i punti di interesse della produzione cinematografica irlandese più recente.

I film in programma al festival newyorkese sono sei: Run & Jump di Steph Green, Made in Belfast di Paul Kennedy, Silence di Pat Collins, King of Travellers di Mark O’Connor, When Ali Came to Ireland di Ross Whitaker e The Hardy Bucks Movie di Mike Cockayne. Una selezione che, dice Doyle, dà ragione a O’Connor quando, nel suo manifesto per il cinema irlandese, indicava il nostro periodo storico come il più eccitante nella storia cinematografica dell’Isola.

Una vera e propria new wave insomma o, per dirla in gaelico, Tonn Nua, più che mai necessaria perché i registi della vecchia generazione, come Neil Jordan e Jim Sheridan i cui successi determinarono la ricostituzione dell’Irish Film Board negli anni 90, non sarebbero più in grado di rispondere alle sfide artistiche ed economiche che il cinema di oggi si trova a dover affrontare.

E questa crisi dei padri, continua Doyle, si riflette inevitabilmente sulle storie raccontate dalla nuova cinematografia irlandese (figure paterne inadeguate, sconfitte o assenti si trovano in Stella Days di Thaddeus O’Sullivan, My Brothers di Paul Fraser, The Runway di Ian Pover e Pilgrim Hill di Gerard Barrett, tutti visti ad Irish Film Festa negli anni scorsi) e trova riscontro nell’importanza che da sempre riveste, nella cultura irlandese, il tema dell’identità nazionale.

Su questo argomento l’Irish Film New York promuove l’iniziativa The Gathering 2013, che si muove a ritroso lungo i percorsi della diaspora irlandese, e ospita una tavola rotonda sulle coproduzioni USA-Irlanda viste non solo come sostegno economico ma anche come un modo per intercettare l’ampio pubblico potenziale composto dagli americani di origine irlandese.