Tre domande a… Julien Regnard, regista di Somewhere Down the Line

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Julien Regnard è il regista di Somewhere Down the Line, uno dei cortometraggi animati che vedremo in concorso all’Irish Film Festa 2015. Il corto è prodotto nell’ambito del programma Frameworks dell’Irish Film Board, specificamente dedicato all’animazione, e in collaborazione con Cartoon Saloon (Nora Twomey, co-regista di The Secret of Kells, è coinvolta come produttrice esecutiva).

Somewhere Down the Line racconta vita, amori e dolori di un uomo attraverso gli incontri con i diversi passeggeri della sua macchina.

 

Come hai sviluppato questa storia che racconta lo scorrere del tempo?

Ho traslocato spesso negli ultimi anni, da Montpellier a Parigi a Bruxelles e infine in Irlanda, e questo mi ha fatto capire quanto fosse difficile mantenere i contatti con le persone che incontravo, e quanto brevi e fragili fossero le relazioni umane se paragonate all’infinità del tempo e dello spazio. Il corto è una metafora di questa idea, un uomo che guida lungo la strada, invecchia e si lascia alle spalle coloro che incrociano il suo cammino.

 

Come hai lavorato sull’animazione dei personaggi e la loro integrazione con gli sfondi?

L’animazione dei personaggi è stata piuttosto semplice perché sono disegnati in 2D, abbiamo usato un software che si chiama TvPaint e poi siamo passati al compositing. La parte più complicata era nell’animazione dell’automobile e degli sfondi. Abbiamo dipinto tutti i paesaggi che vediamo dai finestrani dell’auto con Photoshop per poi proiettarli su modelli 3D. Un processo simile ha riguardato gli sfondi scorrevoli: diverse viste di uno stesso paesaggio venivano proiettate su una mappa 3D. Ci è voluto un po’ per mettere tutto a punto ma il risultato è stato soddisfacente.

 

La musica ha un ruolo importante in Somewhere Down the Line: come hai lavorato con i compositori?

La musica è stata composta da 3epkano, una band specializzata in improvvisazioni dal vivo su film muti, è stato davvero interessante poter collaborare con loro. I membri del gruppo hanno creduto nel progetto fin dal nostro primo incontro: avevamo pochissimo tempo e denaro ma a loro importava solo l’aspetto artistico. Credo che abbiano fatto un lavoro straordinario, che aggiunge molto all’atmosfera generale del corto.