Tre domande a… Seán T. Ó Meallaigh, regista di An Chúirt (The Court)

An Chúirt - Irish Film Festa

 
Un adattamento moderno del poema epico irlandese Cúirt An Mhéan Oíche / La corte di mezzanotte, scritto da Brian Merriman nel 1780: An Chúirt (The Court) è un cortometraggio molto originale, recitato in gaelico, che partecipa in concorso alla 10a edizione di Irish Film Festa (30 marzo – 2 aprile, Casa del Cinema).

Ne abbiamo parlato con il regista Seán T. Ó Meallaigh, che è stato nostro ospite anche l’anno scorso come attore nella serie tv 1916 Seachtar na Cásca e nel western An Klondike, anche questi girati in gaelico.

 

Come descriveresti il poema irlandese Cúirt An Mhéan Oíche a un pubblico italiano?

È molto divertente! Considerando che risale al 18esimo secolo 18th century, è incredibile quanto sia moderno e attinente alla nostra epoca. La forma è simile a quella di numerosi altri poemi dello stesso periodo: la visione di una bellissima donna fa visita al poeta e gli chiede di aiutarla. In genere la donna, che rappresenta l’Irlanda, chiede all’uomo di liberarla dall’occupazione straniera, ma in Cúirt an Mhéan Oíche il problema della donna risiede nel fatto che gli uomini irlandesi sono riluttanti al matrimonio. Il poeta s trova così al centro di una discussione sulla paura che gli uomini hanno di impegnarsi, sulle donne adultere, sui figli illegittimi, l’abolizione del matrimonio e la giusta punizione per gli uomini che non si sposano!

 

E per quanto riguarda la tua reinterpretazione in chiave contemporanea?

Volevo catturare un po’ della follia e dell’umorismo che caratterizzano il poema originale, ma anche raccontare la superficialità della vita moderna. Soprattutto, volevo andare oltre il finale del poema, un finale che trovo troppo brusco, e temevo che sarebbe stato insoddisfacente, tanto per il pubblico quanto per me. Volevo dare al protagonista la possibilità di evolversi.

 

Anche tu sei un attore: come è stato dirigere altri attori?

Conoscevo già i due attori principali, Séamus Hughes e Michelle Beamish, perché avevamo già lavorato insieme, ed ero convinto che sarebbero stati perfetti per i due personaggi! Conoscendo molto bene il rapporto regista-attore dal punto di vista dell’attore, so bene quali indicazioni sono d’aiuto agli interpreti (e quali no!). La cosa più bella, è stimolante, è che ognuno di noi è diverso dall’altro, ma se riesci a comunicare la tua idea, e a ispirare l’attore, finisce spesso per ottenere risultati più grandi di quanto potessi immaginare.