Tre domande a… Stuart Graham, regista di The Good Word

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The Good Word è uno dei cortometraggi selezionati per l’edizione 2015 di Irish Film Festa e segna il debutto alla regia dell’attore Stuart Graham.

Stuart era al festival l’anno scorso per la proiezione di Volkswagen Joe di Brian Deane, premiato come miglior cortometraggio della sezione live action.

Nel cast di The Good Word troviamo Úna Kavanagh, Conleth Hill, e Paul Kennedy (il regista di Made in Belfast, anche questo visto all’Irish Film Festa 2014 — Paul e Stuart sono i co-fondatori della casa di produzione KGB Screen) nei panni del misterioso Ivan Cutler, che predica la parola di Dio nelle townland irlandesi degli anni 50. La sceneggiatura è dello scrittore giallista Stuart Neville.

Stuart Graham ci ha parlato delle sue scelta da regista e di come The Good Word sarà presto sviluppato in un lungometraggio.

 

Anche se arriviamo a capirne pienamente il senso solo alla fine, il dialogo tra i tre personaggi occupa la maggior parte del cortometraggio: come hai lavorato sulla sceneggiatura di Stuart Neville?

Un paio d’anni fa ho stilato una lista degli scrittori nordirlandesi con i quali mi sarebbe piaciuto lavorare. Stuart Neville era in cima a quella lista e, quando ci siamo incontrati per la prima volta, abbiamo discusso soprattutto del suo romanzo Ratlines, che stiamo adattando per la televisione.

The Good Word è nato come prodotto collaterale di questa nostra prima, proficua conversazione. Quando Stuart mi ha mandato le prime diciotto pagine, la ricchezza dei dialoghi mi ha complito subito come parte di un mondo che conosco molto bene. Mi ha fatto ridere, e mi sono innamorato dei tre personaggi. È stato automatico per me mantenere uno stile di regia semplice, quasi vecchio stile, e lasciare che la forza delle parole sbocciasse grazie ai miei tre meravigliosi attori.

Lavorare con Stuart, su entrambi i progetti, è stata un’esperienza piacevole, appagante, e — è forse la cosa più importante — facile. Stuart comprende in maniera istintiva la qualità filmica del suo stesso lavoro e questo rende il processo di adattamento una vera gioia. Finora, almeno! Non abbiamo ancora finito con The Good Word: la storia continua e vorremmo svilupparla in un lungometraggio. Un piccolo indizio su quel che accadrà si trova alla fine dei titoli di coda.

 

Perché hai scelto di inserire la canzone Beautiful Isle of Somewhere nella colonna sonora?

Beautiful Isle of Somewhere è stata scritta alla fine del 19esimo secolo ma io l’ho conosciuta grazie attraverso un arrangiamento degli anni 50. Così mi è sembrata la scelta giusta. È un inno religioso, e anche in questo si adatta bene all’argomento del corto. Non voglio dire troppo, ma il brano suona volutamente gioioso e puro. E anche se la nostra storia si svolge nel nord-est dell’Irlanda, dal punto di vista tematico potrebbe essere ambientata in qualunque piccola, “bellissima” comunità rurale isolata. Traete voi le conclusioni. In più, è una canzone che mi piace molto! A questo proposito voglio ringraziare Andrew Simon McAllister che ne ha tratto due arrangiamenti fantastici.

 

Dov’è stato girato The Good Word?

Abbiamo girato nella Contea di Antrim, vicino a Ballyclare. La casa appartiene alla famiglia Todd, che è stata così carina da ospitarci. Un grande grazie anche a loro. In realtà vorrei ringraziare chiunque abbia preso parte al corto. Siamo riusciti a fare tanto, pur con risorse e tempi limitati, e non ci saremmo riusciti senza la dedizione, il duro lavoro e il talento di tutte le persone coinvolte.